Una partenza alternativa, dal video di questa bellissima canzone di Marco Mengoni,
che ha per protagonista un ragazzo,
spunti e agganci catechistici per riflettere ...
un inno all'amicizia con Dio in trasparenza.
I ragazzi di oggi hanno sempre più difficoltà ad uscire dal loro guscio e affrontare la vita superando gli ostacoli. Dove attingere questa forza? L'amicizia, la principale risorsa, a volte è difficile da costruire. Nel mondo dei bambini e dei ragazzi c'è un'ulteriore possibilità: L'immaginazione, il mistero, l'invisibile che non si percepisce reale. E' la matrice umana della fede.
Questa fiducia rinnovata costruisce l'autostima: si può essere più forti delle paure, e ogni vittoria fa crescere la certezza di poter essere "a posto" così come si è, con le proprie doti uniche e utili al mondo.
PER LA CATECHESI
Le immagini e la storia sono molto coinvolgenti.
Si possono invitare i ragazzi a trovare dei parallelismi con il Dio cristiano. Anch'egli è invisibile agli occhi, ma forte nell'amore, nella vicinanza, nel sostegno. E' reale nell'aiuto a superare le paure e a costruire gesti di affetto e di perdono.
Si può far riprendere il testo chiedendo quali frasi hanno maggiormente colpito o sono piaciute di più ...
APPROFONDIRE
L'intento del video probabilmente non sarà quello religioso, ma possiamo comunque farci interpellare dall'umanità dell'autore per inoltrarci nel divino e far risuonare alcuni messaggi che Gesù ci ha portato: "Se non diventerete come i bambini non entrerete nel Regno dei cieli" (Mt 18,3); "Io sono con voi tutti i giorni" (Mt 28,20); "Amate i vostri nemici. Se amate quelli che vi amano, che premio ne avrete?"(Mt 5, 44-46); "Non temete dunque: voi valete"(Mt 10,31); "Se avete fede, niente vi sarà impossibile"(Mt 17,20).
Sono tanti pezzi di un puzzle che, ben composti, potrebbero rendere bello e significativo questo musicale incontro.
Tratto da Dossier Catechista
Il testo della canzone si presta anche ad una dedica d’amore, affetto e protezione. Per i suoi toni epici ricorda un po’ le tematiche de “La cura” di Battiato. Ne “Il guerriero” è il guerriero stesso a parlare, come in un giuramento di fedeltà, assicurando di essere sempre presente anche quando non lo si vede e di dare protezione contro qualsiasi forza del male.
RispondiEliminaL’atto del giuramento è introdotto dalla spada che si innalza fieramente («e levo questa spada alta verso il cielo / giuro, sarò roccia contro il fuoco e il gelo»). È più, forse, un giuramento fatto “a” e “per” se stesso, giacché è da solo, poi, che il guerriero si staglia su un’altura osservando i nemici che avanzano («solo sulla cima, attenderò i predoni / arriveranno in molti e solcheranno i mari»), riflettendo su ciò in cui potrebbe imbattersi accettando questa sfida («oltre queste mura troverò la gioia / o forse la mia fine, comunque sarà gloria»): comunque andrà, ne sarà valsa la pena. Ciò che lo smuove, inoltre, non è una frivola ricompensa come il successo, la fama o il denaro, ma l’amore, che può essere anche verso un’arte come la musica («e non lotterò mai per un compenso / lotto per amore, lotterò per questo»).
Il guerriero difende il suo protetto proprio nella notte, che è – anche simbolicamente – il momento della giornata più buio («io sono un guerriero, veglio quando è notte / ti difenderò da incubi e tristezze»). Per quanto gli altri potranno cercare di schernire e abbattere la persona che lui sta proteggendo, il guerriero – la forza interiore, la coscienza – sarà sempre presente per ricordare quanto tutto ciò sia effimero e di poco conto, infondendo piuttosto fiducia e forza per andare avanti con le proprie idee («ti riparerò da inganni e maldicenze / e ti abbraccerò per darti forza sempre»).
A volte, infatti, per affrontare una situazione problematica in cui sembra non esserci via d’uscita, bisogna cercare di guardare il tutto da una prospettiva diversa, ed è questo che il nostro guerriero cerca di fare per noi («ti darò certezze contro le paure / per vedere il mondo oltre quelle alture»). Non mancheranno né il dolore né le delusioni, ma anche il pianto fa parte delle sfide e la nostra parte più forte è lì pronta ad asciugarlo («non temere nulla, io sarò al tuo fianco / con il mio mantello asciugherò il tuo pianto»).
L’apice del giuramento di fedeltà è il ritornello, oltre ad essere anche un incoraggiamento alla vittoria su tutti gli ostacoli della vita («e amore, il mio grande amore, che mi credi / vinceremo contro tutti e resteremo in piedi») e un forte invito a non mollare mai la presa, avendo la massima fede nella propria determinazione («e resterò al tuo fianco fino a che vorrai / ti difenderò da tutto, non temere mai»).
Le angustie più imponenti non spaventano il guerriero («non temere il drago, fermerò il suo fuoco / niente può colpirti dietro questo scudo») e, nonostante egli non sia invincibile, sarà sempre pronto a ritrovare la motivazione per rimettersi in piedi e combattere ancora («lotterò con forza contro tutto il male / e quando cadrò tu non disperare / per te io mi rialzerò»).
L’ultima strofa rinnova le rassicurazioni del guerriero («io sono un guerriero e troverò le forze / lungo il tuo cammino sarò al tuo fianco mentre / ti darò riparo contro le tempeste / e ti terrò per mano per scaldarti sempre») e ripercorre la vastità del cammino – la vita – da percorrere insieme, sempre («attraverseremo insieme questo regno / e attenderò con te la fine dell’inverno / dalla notte al giorno, da Occidente a Oriente / io sarò con te e sarò il tuo guerriero»).
Mai il buio riuscirà ad oscurare la luce del proprio guerriero interiore e del calore che questo sa dare («ci saranno luci accese di speranze / e ti abbraccerò per darti forza sempre»).
I miei figli interprettono il guerriero come l'angelo che li protegge e lo Spirito che ci da forza...ho trovato interessante questa loro osservazione spontanea.... Un caro saluto a tutti Astrid
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