sabato 25 aprile 2015

KINTSUGI


Le nostre ferite sono qualcosa da eliminare, occultare? Noi tendiamo a nasconderle, il nostro dolore, non va mostrato, per non riviverlo, per dimenticare. Un punto debole invece che un punto di forza. Ci mostriamo forti, inscalfibili, ci descriviamo come guerrieri, così saldi e statuari dentro le nostre grandi, sfarzose e luccicanti armature, senza ferite di guerra, ma con tanti trofei.

 Trofei? E se fosse altro di noi a dover scintillare? 

Kintsugi, letteralmente "riparare con l'oro". E' la pratica giapponese che consiste nel riparare gli oggetti rotti con materiale prezioso per risaltarne le crepe, le spaccature. Per i giapponesi, quando qualcosa si rompe, subisce e racconta una storia, diventa più bello, più prezioso, più raro. La ferita non è più una colpa, qualcosa di cui vergognarsi, ma è un simbolo. La vita è integrità e rottura. E non sarebbe tale senza cadute e rialzate leggendarie. Il dolore ci insegna, ci segna e ci urla che siamo vivi, che ci siamo e che stiamo vivendo ciò che abbiamo attorno, ciò che respiriamo.Anche noi cristiani, però, la pensiamo un pò come i giapponesi e lo abbiamo dimostrato ai nostri ragazzi con una semplice ma intensa attività ....

Un piatto a rappresentare la loro vita, il peccato lo ha rotto, il rendersi conto che tutto si aggiusta ma che solo il Signore lo rende speciale!




IL PECCATO PIU' PROFONDO NON E' L'AZIONE CHE IO COMPIO, MA E' IL PERMETTERE CHE LA MIA VERGOGNA MI SEPARI DAL PERDONO DI DIO.

FARE PULIZIA

La buona novella è che Gesù Cristo ama prendere e aggiustare chi è spezzato e caduto, è un amico dei peccatori. Quando gli viene chiesto perché mangia e beve con l'esattore e il peccatore, risponde dicendo: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori”. In Lui troviamo una grande speranza; Egli desidera stabilire un'amicizia con noi indipendentemente da quanto possiamo essere peccatori. Laddove abbonda il peccato, abbonda una grazia ancor maggiore. Egli è l'Emmanuele, il Dio che viene a incontrarci là dove siamo (cfr. Matteo 1:23). È venuto per noi – spezzati, caduti e deboli, per offrirci nient'altro che una sincera amicizia con Lui.




Nella Sua grande saggezza, Dio ci ha lasciato l'efficace sacramento della Confessione, a cui possiamo accostarci per rinnovarci chiedendo umilmente il Suo perdono amorevole ripristinando la nostra amicizia con Lui. Dio sa che siamo esseri umani con molte debolezze – la buona novella è che Gesù ci aspetta sempre a braccia aperte con il suo amore e la sua misericordia nel sacramento della Confessione. Vuole perdonarci, redimerci e trasformarci nei santi che aveva in mente quando ci ha creati. Il sacramento della Confessione è dove andiamo a mostrare umilmente a Cristo che non possiamo riuscirci da soli e abbiamo costantemente bisogno del suo perdono e della sua grazia. Lì vuotiamo coraggiosamente i nostri cuori dei tanti peccati che ci portiamo dietro chiedendogli di unirli alla Sua Santa Croce spazzando via i nostri peccati e rendendoci sempre nuovi.